SANTORINI: STORIA, CULTURA E FOLCLORE DI QUESTA SPLENDIDA ISOLA (Parte 2)

Oggi continuiamo la seconda parte su Santorini.

Oìa

Abbarbicato sulla punta settentrionale dell’isola, il villaggio di Oìa costituisce la testimonianza della rinascita di Santorini dopo il devastante terremoto del 1956. I lavori di restauro lo hanno fatto risorgere in tutta la sua bellezza, al punto che oggi è considerato tra i borghi più belli di tutte le Cicladi.

Il centro abitato sorge sul ripido versante della caldera e molte abitazioni sono state ricavate da nicchie scavate nella roccia vulcanica. Come facilmente prevedibile, Oìa richiama un gran numero di visitatori e il sovraffollamento è il prezzo che il villaggio deve pagare per il suo aspetto incantevole. Per questo motivo vi consiglio di visitarlo al mattino o di pernottarvi, in quanto al pomeriggio e di sera verrà preso d’assalto da folle di turisti sbarcate dalle navi da crociera ormeggiate sulla baia.

Al tramonto la cittadina diventa una calamita per tutti i turisti presenti sull’isola. Vi lascio in successione alcune immagini della bellissima cittadina.

L’imperdibile libreria Atlantis Book ad Oìa

Da Oìa può essere raggiunto attraverso la discesa di 300 gradini, il minuscolo porticciolo di Ammoudi, dove sono ormeggiati pescherecci dipinti a colori vivaci. La faticosa discesa e la successiva risalita vengono ricompensate dagli indimenticabili panorami sulle scogliere rosso intenso, sul porto e su Oìa.

Prima di risalire vi consiglio di pranzare in una delle eccellenti taverne affacciate sul mare.

Akrotìri

Akrotiri era un’antica città portuale risalente all’Età del Bronzo situata a sud nell’antica isola di Santorini. Distrutta e sepolta dall’eruzione del vulcano nel 1628 a.C., è tornata alla luce nel 1967 grazie agli scavi voluti dall’archeologo Spyridōn Marinatos. Proprio a causa del deposito delle ceneri vulcaniche sulla città si sono conservati edifici, affreschi e ceramiche, motivo per cui viene anche chiamata la “Pompei dell’Egeo”.

Secondo alcuni studiosi di varie epoche è stata interpretata come la città di Atlantide, protagonista del celebre mito di Platone. Ed è questo il motivo che mi ha spinto alla visita dei suoi bellissimi scavi per poi proseguire verso le bellissime spiagge nelle vicinanze.

Le antiche rovine di Akrotiri furono scoperte nel 1860 dai lavoratori delle cave di roccia vulcanica per il Canale di Suez, ma gli scavi su larga scala non ebbero inizio prima del 1967. 

L’archeologo greco Spyridōn Marinatos per primo decise di scavare in quell’area per corroborare l’ipotesi secondo la quale l’antica civiltà minoica di Creta sarebbe stata distrutta dall’esplosione vulcanica di Thera del 1628 a.C. Le sue esplorazioni però furono ritardate dallo scoppio della seconda guerra mondiale e Marinatos tornò sull’isola solo negli anni ’60. L’area era stata già analizzata precedentemente da altri studiosi, ma era rimasto poco del loro lavoro, inoltre le tracce degli scavi del XIX secolo erano state cancellate dalle arature dei contadini. Marinatos cominciò a scavare in un determinato punto basandosi su una mappa tracciata dallo studioso francese, Henri Mamet, nel 1874, e su indicazioni di abitanti locali che avevano sentito parlare di resti antichi o che li avevano trovati durante l’aratura.

Gli scavi cominciarono nel 1967 sotto la guida di Marinatos che li diresse fino al 1974, anno della sua morte.

Sono stati riportati alla luce 40 edifici, ma solo alcuni di questi hanno attirato l’attenzione degli archeologi. I resti architettonici più numerosi e conservati meglio sono del medio periodo cicladico. Vi si trovano anche alcune costruzioni del tardo cicladico, probabilmente sorte su edifici precedenti danneggiati dal terremoto che precedette l’eruzione vulcanica definitiva.

Dopo il terremoto gli abitanti ricostruirono in modo più lussuoso e maestoso, al momento della distruzione Akrotiri era un insediamento fiorente grazie alle sue attività mercantili e alla gestione del commercio tra la Grecia continentale e Creta. Gli edifici non sembrano seguire uno standard preciso riguardo alla pianta della casa. Gli abitanti vivevano e dormivano nei piani superiori dove le finestre erano più grandi. Le eccezioni a questa regola sono date dalle grandi finestre a piano terra nelle stanze adibite ad esempio a negozio.

Il sito archeologico ha fornito molto materiale pittorico, sia interamente conservato che in frammenti.

Molto vicino agli scavi di Akrotìri, si trovano le bellissime spiagge Red Beach, Black Beach e White Beach ma ne parleremo meglio nel post dell’itinerario.

Perissa e Kamari

 La grande roccia Mesa Vouno divide in due la lunga distesa di sabbia scura dando vita alla spiaggia di Perissa a sud e quella di Kamari subito dopo. Sono quindi adatte a chi voglia fare vita da spiaggia e magari da qui spostarsi nelle località di Fira e Oìa per una visita.

Kamari è una località sulla costa orientale di Santorini.

La spiaggia di Kamari può essere descritta come una Perissa più chic, dove trovare un numero maggiore di alberghi e ristoranti. Punteggiata da ombrelloni e lettini, questa spiaggia di sabbia nera è sempre affollata e molto vivace. Nonostante questo angolino di Santorini sia abbastanza turistico, tutto costa meno rispetto a Fira o Oia: potete infatti trovare hotel di buon livello con prezzi simili agli affittacamere tanto da diventare la meta ideale e ricercata per i giovanissimi in vacanza sull’isola.

Perissa è posizionato lungo la costa sudorientale di Santorini, a 14 chilometri dal capoluogo dell’isola Fira.

Il villaggio Perissa possiede una stupenda spiaggia di sabbia nera lunga ben 8 chilometri, esposta al vento (come i ristoranti che vi si affacciano) dominata a nord dalla montagna di Mesa Vouno dove si trova il sito archeologico dell’antica Fira.

La spiaggia offre le migliori strutture per sport acquatici dell’isola con windsurf, sci nautico e molto altro. In estate è affollatissima di villeggianti che, nonostante il minor numero di alberghi rispetto a Kamari, trovano una sistemazione nelle varie pensioni del luogo. Una delle più grandi chiese dell’isola, Timiou Stavrou, si trova sulla piazza di Perissa mentre le rovine della Basilica bizantina di Agia Irini, risalente al V secolo, si trovano sul monte Mesa Vouno ad un’altitudine di 264 metri e valgono veramente una visita.

Un sentiero di montagna permette di raggiungere a piedi da Perissa il sito dell’antica Fira e di Kamari in un’ora o un’ora e mezzo di percorso, attraverso uno splendido paesaggio.

Se volete un consiglio su come organizzare il vostro soggiorno a Santorini non perdetevi il prossimo articolo!

 

CHE DITE, VI ISPIRA SANTORINI??!!

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