LA PRIGIONE DI ALCATRAZ

 

La prigione di Alcatraz (spesso indicato unicamente come Alcatraz o The Rock, “La Roccia”, a indicare che la maggior parte di esso sorge su uno sperone roccioso) era un carcere federale statunitense di massima sicurezza. Ubicato sull’isola di Alcatraz, a circa 2 km al largo della costa di San Francisco, in California, negli Stati Uniti, fu operativo dall’11 agosto 1934 al 21 marzo 1963.

Un po’ di storia

Alcatraz era stata sede di un forte militare dagli anni ’50 dell’Ottocento. 

La struttura principale della prigione è stata costruita tra il 1910 ed il 1912 come prigione militare dell’esercito statunitense. Il dipartimento statunitense della giustizia acquisì le strutture esistenti sull’isola di Alcatraz il 12 ottobre 1933 e nell’agosto dell’anno successivo vi aprì una prigione federale dopo opportuni ammodernamenti al complesso. L’isolamento del luogo, la presenza di correnti gelide nelle acque della Baia di San Francisco e la presenza di strutture di massima sicurezza, resero l’isola un carcere a prova di fuga nonché la prigione più solida di tutta l’America.

Alcatraz è stata utilizzata per incarcerare quei detenuti che erano considerati problematici in altre prigioni. Divenuta una delle prigioni più tristemente famose degli Stati Uniti, negli anni ospitò 1576 detenuti.  Inclusi tra questi, alcuni tra i peggiori criminali americani come Al Capone, Robert Franklin Stroud (l’ “ornitologo di Alcatraz”), George “Machine Gun” Kelly, Bumpy Johnson, Rafael Cancel Miranda, Mickey Cohen, Arthur R. “Doc” Barker, Whitey Bulger e Alvin “Creepy” Karpis.

Oltre alle strutture carcerarie sull’isola erano presenti le abitazioni dello staff della prigione e delle loro famiglie.

36 prigionieri fecero in tutto 14 tentativi di fuga nei 29 anni di storia della prigione. Il più famoso di questi fu il tentativo del maggio del 1946 denominato la “Battaglia di Alcatraz” e la fuga famosa del giugno del 1962 da parte di Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin.

A causa degli alti costi di mantenimento, il carcere di Alcatraz chiuse i battenti il 21 marzo 1963.

Struttura del penitenziario

La prigione era ripartita in quattro blocchi di celle (A, B, C, D), l’ufficio delle guardie, la sala delle visite, la biblioteca ed il barbiere.

Le celle della prigione misuravano 2.7 x 1.5 metri ed avevano un’altezza di 2.1 metri. Esse si presentavano primitive e mancavano di qualsiasi privacy, con un arredamento essenziale composto da un letto, un tavolo, un lavandino e un water appoggiato al muro di fondo.

Gli afroamericani erano detenuti a parte dagli altri prigionieri per abusi razziali.

Il blocco D ospitava i peggiori criminali.  Cinque celle di quest’area erano denominate “The Hole” (il buco) dove i detenuti più riottosi erano inviati per determinati periodi e subivano un trattamento brutale.

La sala da pranzo e la cucina erano derivazioni del blocco principale. I prigionieri e lo staff pranzavano tre volte al giorno, insieme. L’ospedale di Alcatraz si trovava sopra la sala da pranzo.

I corridoi della prigione avevano i nomi delle strade più famose degli Stati Uniti come Broadway e Michigan Avenue.

Lavorare per i prigionieri di Alcatraz era considerato un privilegio a cui si poteva accedere solo con una buona condotta e molti di questi vennero impiegati nella Model Industries Building e nella New Industries Building, mentre altri erano impiegati per lavori manuali o in compiti pratici per il carcere come nella gestione della lavanderia.

Attualmente, Alcatraz è un museo pubblico ed una delle principali attrazioni turistiche di San Francisco, con 1.500.000 di visitatori all’anno. Attualmente l’ex prigione è mantenuta e restaurata dal Golden Gate National Recreation Area del National Park Service.

Fuga da Alcatraz

L’11 giugno 1962, Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin cercarono di fuggire tramite un piano ingegnoso ed attentamente progettato.

Dietro le loro celle nel blocco B vi era un condotto di 91 cm. I prigionieri riuscirono a rimuovere pazientemente il calcestruzzo ormai danneggiato dall’aria salina che circondava la grata di copertura del condotto di aerazione di questo foro utilizzando un cucchiaio di metallo montato su un trapano elettrico ricavato dal motore di un aspirapolvere rubato.

Il rumore venne camuffato dal fatto che i “lavori” venivano svolti unicamente durante l’ora di musica, ed il progredire dei lavori venne coperto da un falso muro che, nell’oscurità della cella, trasse in inganno le guardie.

Veduta laterale della finta testa trovata nella cella di F. Morris

La via di fuga proseguì attraverso una ventola di aerazione. I prigionieri rimossero la ventola e l’annesso motore, rimpiazzandola con la sola griglia, creando un buco abbastanza grande per permettere il passaggio di un uomo. Dopo aver rubato una corda abrasiva al carburo di silicio dal laboratorio della prigione, i prigionieri riuscirono a rimuovere i rivetti dalla griglia.

Nei loro letti posero delle teste realizzate a papier-mâché e corredate da capelli veri rubati dal negozio di barbiere della prigione. I fuggitivi inoltre riuscirono a rubare nel corso delle settimane 50 giubbotti impermeabili, nascondendoli dalla vista delle guardie tramite dei fogli di carta.

Gli investigatori dell’FBI vennero aiutati da Allen West, che era parte del gruppo dei fuggitivi che però era stato lasciato nella sua cella. West era stato colui che aveva costruito il muro di copertura, ma quando Morris e i fratelli Anglins decisero di accelerare il loro piano di fuga, West venne lasciato indietro, forse perché considerato di troppo o di intralcio all’esecuzione del piano.

Il rapporto ufficiale della fuga concluse che i prigionieri erano annegati nelle fredde acque della baia tentando di raggiungere la terraferma, trovando improbabile che i due abbiano coperto a nuoto i 2 km di mare che separano l’isola dal continente malgrado le forti correnti dell’oceano con una temperatura di 10-15 gradi C°.

Morris ed i fratelli Anglin, ad ogni modo, rimasero formalmente nella lista dei ricercati per i successivi cinquant’anni. 

Secondo studi recenti, almeno i due fratelli Anglin sarebbero fuggiti verso il Brasile dopo Alcatraz e quindi sarebbero sopravvissuti a dispetto dei rapporti ufficiali.

Ovviamente vi segnalo il celebre film FUGA DA ALCATRAZ  del 1979 con Clint Eastwood ma credo che al mondo non ci sia nessuno che non conosca questo bellissimo film.

COME VISITARE ALCATRAZ

Se non vi accontentate di una crociera intorno all’isola ma volete andare a visitare il penitenziario lo potrete fare esclusivamente tramite i traghetti della compagnia Alcatraz Cruises in partenza dal Pier 33 (da non confondere con il più conosciuto Pier 39).

Data l’alta richiesta è consigliato prenotare almeno un mese prima del vostro arrivo a San Francisco.

Alcatraz Cruises, grazie alla collaborazione con il National Park Service, offre, oltre al trasporto sull’isola, anche la possibilità di usufruire di una audio-guida che vi sarà molto utile nell’accompagnarvi nella vostra visita all’interno del penitenziario.

Ovviamente è  presente la lingua italiana. La narrazione della storia del penitenziario unita alle testimonianze di ex detenuti che raccontano com’era la vita quotidiana ad Alcatraz, vi aiuteranno a comprendere appieno il significato del luogo che state visitando facendovi scoprire una giornata tipo all’interno del carcere e raccontandovi la storia dei molti tragici e fantasiosi tentativi di evasione.

Alcatraz Criuses, durante tutto l’arco della giornata, offre numerose soluzioni di orario fra cui scegliere.

 Se volete vivere un’esperienza più particolare vi consiglio di optare per il night tour, che vi offrirà la possibilità di visitare l’isola con la luce suggestiva del tramonto.

Nel caso vi interessasse un tour anche nella vicina Angel Island potrete combinare le due cose ma fate attenzione al periodo in cui andrete: questo è infatti l’unico tour ad essere stagionale.

 Nel sito ufficiale delle Alcatraz Cruises troverete comunque tutte le informazioni per quanto riguarda i diversi tour e la modalità di prenotazione: https://www.alcatrazislandtickets.com/

Testimonianze dirette

Io non sono mai stata in America e quindi neanche ad Alcatraz. Non nascondo che la visita mi affascina notevolmente, forse più di New York.

Nell’attesa vi segnalo un libro: ALCATRAZ #1259 scritto da William G. Baker

 

 

Salve,

Sono William Baker, ex detenuto di Alcatraz. Ora che sono tornato sulla retta via, torno indietro e parlo con i visitatori, rispondo alle domande sui miei anni di prigionia, firmo autografi, faccio foto e interagisco con i visitatori dell’isola. Non posso farci niente se la storia mi ha reso una rock star. Ho scritto un libro intitolato Alcatraz 1259, che firmo e promuovo sull’isola tre o quattro giorni alla settimana.
Mentre io rispondo a molte domande, la più frequente è: “Non è strano tornare nel carcere dove hai scontato la pena?

Il continuo dell’intervista qui https://www.alcatrazcruises.com/it/blog/2018/01/02/a-message/

 

Io ho acquistato il libro su Amazon, è tutto in inglese ma facilmente comprensibile.

Nei commenti attendo testimonianze da chi ci è stato. Alla prossima!

 

Fonti: www.wikipedia.org / https://www.viaggi-usa.it/ https://www.alcatrazcruises.com/

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3 commenti

  1. Meta particolare…da appuntarsi… grazie Laura!

  2. Ciao Laura ho visto molti film e documentari .Storia affascinante e a dir poco inquetante

  3. Che storia pazzesca!!!!!!

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